Pasqua ha un importante significato simbolico e, come tante altre festività, ha un profondo messaggio da comunicare. Ma noi, indaffarati senza speranza, non abbiamo mai tempo di fermarci e proseguiamo inesorabilmente la corsa alla ricerca del tempo.
Eppure, questa mattina ci siamo svegliati in un silenzio assordante, in un “qui ed ora” dove il tempo sembrava si fosse fermato per realizzare, guardando la posizione delle lancette sull’orologio, che siamo ancora immobili e distesi nei nostri sarcofagi, in attesa di risorgere.
È un’attesa che ci mette nelle condizioni di guardare in faccia la nostra essenza, di guardare dritto negli occhi colui il quale vediamo riflesso nello specchio: “sono io oppure non sono più io?”.
Se considerassimo la Pasqua come un punto zero, un punto di partenza dal quale poter ricominciare, potremmo davvero diventare “quelli che siamo destinati ad essere”.
Essere #leader di sé stessi significa #trasformazione, ma per poter #evolvere è necessaria una #strategia. Diventeremmo strateghi grazie alla #disciplina, al lavoro costante su di noi, uniti a:
- Coraggio di testare anche ciò che non conosciamo
- Consapevolezza del fatto che ciò che pensiamo non è ciò che sentiamo
- Consapevolezza che sentire significa attivare l’intuito
- Consapevolezza che pensare ti limita a scelte legate solamente a ciò che conosci
- Consapevolezza che la scelta giusta potrebbe anche non rientrare nella tua logica
Se da oggi in poi ogni mattina ci svegliassimo e, in atteggiamento di apertura, ci chiedessimo “dove mi sta portando il futuro?”, sarebbe un’ottima griglia di partenza per fare un punto zero.
Se il mio sistema di affrontare la vita, il lavoro, i rapporti, le situazioni ecc. mi ha portato solo dolore, o se da qualche tempo le mie scelte mi portano solo insoddisfazione, il primo step per logica, non è esattamente quello di mettermi in discussione?
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